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La maggior parte dei “cercatori di funghi” si
dedica alla raccolta di questi particolari prodotti
del sottobosco con l’unico intento di ritrovare le
specie considerate ottime dal punto di vista culinario.
Tuttavia, anche al solo fine di soddisfare
tale piacere, è indispensabile saper riconoscere i
funghi velenosi da quelli commestibili.
Purtroppo, in Europa, si registrano annualmente
circa 10.000 casi documentati di avvelenamenti
da funghi provocati non solo – ed in
minor misura – dall’assunzione di specie velenose
ma anche e soprattutto dal consumo di
esemplari “buoni” ma in cattivo stato di conservazione,
cioè alterati.
Le cause che determinano la maggior parte dei
casi di intossicazione vanno ricercate nell’ignoranza
e nell’incauto comportamento dei raccoglitori.
Purtroppo questa considerazione, che era già
stata fatta nell’800, come riportato in alcune pubblicazioni
d’epoca – “e ogni anno non sentiam
dire, o non leggiamo nei giornali di famiglie intiere,
che hanno pagato con la vita la imprudenza e
l’ingordigia di cibarsi coi funghi?” – rimane di
indiscussa attualità. Pertanto la prevenzione e
l’educazione micologica rappresentano il principio
fondamentale su cui basare una efficace azione
a tutela dei raccoglitori e di tutta la comunità.